Commedie / L’Uomo Muffa / Atto II

SECONDO ATTO

Il prestigioso ufficio del dottor Palà. La parete di fondo è tutta in vetro.

(Palà guarda fuori dalla grande vetrata, immobile e cupo. Mariangela osserva un piccolo monitor sulla scrivania, facendo delle annotazioni su un notes. Dopo un po’)

MARIANGELA
Amore… Ehi, amore…
PALA’
(girando leggermente la testa, ma guardando sempre fuori) Eh?
MARIANGELA
Ho segnato almeno una trentina di nomi. Ormai è chiaro che della tua circolare
se ne sono infischiati quasi tutti.
PALA’
Traditori! Ecco come si spiega che quel lurido straccione non se ne vuole
andare da laggiù: fa affari d’oro con i miei impiegati!
(Va a guardare nel monitor) Ne arrivano ancora?
MARIANGELA
Non credo. Mi sembra che siano entrati tutti. Dammi un bacetto.
PALA’
Sono schifato da questi vigliacchi! (Indicando il monitor) Guarda chi c’è…
MARIANGELA
(guardando nel monitor) Ah, è lui… Preferisco non guardarlo, la sua vista mi dà ai nervi. Baciami.
PALA’
(con gli occhi fissi al monitor) Ha estratto il portafogli…
MARIANGELA
Lascialo perdere, baciami.
PALA’
(come sopra) Guarda, guarda come gli parla… Sono amici… conversano…
MARIANGELA
Sapessi come odio quel suo modo di fare sicuro, quei suoi gesti da coscienza pulita, quel suo sorriso da buono… Perché non lo licenziamo?
PALA’
Vuoi che metta in crisi la ditta? La sua esperienza mi serve.
MARIANGELA
Sai cosa pensa di te?
PALA’
Non mi stima, lo so…
MARIANGELA
Peggio, ti disprezza! Prima che io lo piantassi mi parlava spesso della tua
incapacità a dirigere la società. Diceva che il posto che occupi lo hai ereditato, ma che in realtà non vali nemmeno quanto un fattorino della ditta. Anche a proposito dei tuoi flirts con le impiegate aveva la sua opinione: secondo lui tu saresti un immaturo, incapace di un vero sentimento per una donna.
(Sorridendo soddisfatta) Non sapeva il cretino che gli avresti dimostrato il
contrario proprio con la sua fidanzata. Baciami amore mio, baciami.
PALA’
Immaturo perché mi piacciono le donne? Questa è bella! Quanti immaturi ci
sono al mondo, allora? Sono un uomo, tutto qui!
MARIANGELA
(aggrappandosi a lui) Ma… ora ti piaccio solo io, vero, tesoro?… Non ci sono
altre donne per te, non è così?
PALA’
Cosa?
MARIANGELA
Ami solo me e mi amerai per sempre. Dimmelo!
PALA’
Quello che provo per te lo sai, no?
MARIANGELA
Mi piace sentirmelo ripetere.
PALA’
Adesso non è il momento: sono troppo arrabbiato per quanto abbiamo visto. E poi, durante l’orario di lavoro non transigo. Vai nel tuo ufficio, faremo all’amore stasera.
MARIANGELA
Dimmi che mi ami e baciami.
PALA’
(la bacia con rassegnazione. Dietro la grande vetrata appare Soletta sorridente. Egli la osserva senza meravigliarsi, mentre Mariangela sembra voler rendere eterno quel bacio. (Staccandosi con cautela) Su, su, su, non ti scaldare troppo…
MARIANGELA
Ti amo.
PALA’
Anche il lavoro bisogna amare. Adesso vai al tuo posto, da brava.
MARIANGELA
Non posso stare lontana da te.
PALA’
Ci separa solo una porta, non dire sciocchezze…
MARIANGELA
Ma io voglio vederti sempre.
PALA’
Adesso esageri. (Quasi spingendola) Vai di là.
MARIANGELA
Dammi un altro bacio.
PALA’
Sei troppo avida.
MARIANGELA
Sì, di te… (Mentre Palà apre la porta) Vorrei mangiarti… (Chiude lentamente la porta).
PALA’
Ti sarei indigesto, porca! Come faccio a liberarmi di questa sgualdrina?
(Guardando sconsolato Soletta che gli sorride e lo saluta con la mano)
Eh… tu sì… Tu sì che mi piacevi… Ma eri pazza, cara, pazza…
(Va a sedersi alla scrivania, girando le spalle a Soletta, la quale assume un
atteggiamento annoiato) Per tutta la vita ho cercato una donna come quella
e quando l’ho trovata le mancava il lume della ragione… Ironia della sorte! Sfortuna! (Girandosi verso Soletta che sta facendo della ginnastica)
Ma eri proprio pazza? Gli occhi brillavano d’intelligenza… Forse volevi solo scherzare con la tua storia assurda… (Suono dell’interfonico) Sì?
MARIANGELA
(dall’interfonico) Ti amo.
PALA’
Sto lavorando. (Chiude, ritornando a guardare Soletta che accenna a dei passi di danza) Sono stato uno stupido! Mi dovevo accertare del tuo stato mentale… Non me lo perdonerò mai! Angelo degli angeli, dove sarai adesso?… (Suono dell’interfonico. Con stizza) Sto lavorando, diavolo!
MARIANGELA
(come sopra) C’è il dottor Belli.
PALA’
Va bene, fallo passare. (Soletta si allontana danzando)
BELLI
(bussando e aprendo la porta) Permesso, buongiorno, dottor Palà.
PALA’
Vieni. (Mentre Belli chiude la porta) Allora, ci sono novità?
BELLI
(andando alla scrivania) No. Ho interpellato tutti gli psicologi e gli psicanalisti della città, nessuno l’ha mai avuta in cura.
PALA’
Lo sapevo io che quella ragazza era sanissima! E ti sei informato nella strada se qualcuno la conosce?
BELLI
Certo, ignota a tutti.
PALA’
Maledizione! Come è possibile? Estendi la tua indagine a tutto il quartiere. Vai nei ristoranti, nei negozi d’articoli femminili, nelle profumerie, dai parrucchieri per signora…
BELLI
Va bene.
PALA’
Non riesco a levarmela di testa…
BELLI
(con un sorriso furbesco) Dottor Palà, ho trovato la cantante per la festa.
PALA’
(distrattamente) Bravo, bravo.
BELLI
E’ bellissima… quanto la nostra sconosciuta…
PALA’
Come?
BELLI
Può credermi! (Ammiccando) Ha un debole per lei. Un suo gesto e le cade ai piedi.
PALA
‘ Uh, là, là!… E chi è questa birichina?
BELLI
(motteggiando) La Castiglioni.
PALA’
La Castiglioni chi?
BELLI
La nostra Castiglioni, quella dell’ufficio contabilità.
PALA’
Sei impazzito?! Come osi propormi quella donna schifosa? Per chi mi prendi? Togliti dai piedi!
BELLI
Non mi dica che lei non ha ancora visto la nuova Castiglioni?
PALA’
Non mi nominare quello sgorbio! Esci dal mio ufficio! In fatto di donne hai gusti nauseanti! Vergognati!
BELLI
Dottor Palà, i miei gusti in questo caso sono raffinatissimi: la Castiglioni ha
avuto una metamorfosi sbalorditiva!
PALA’
Cos’è? E’ andata in pellegrinaggio? Ma quante grazie avrebbe dovuto implorare il mostro? Non ha niente di passabile dai capelli ai piedi! Dio che naso!
Mai visto niente di così obbrobrioso in vita mia!
BELLI
Sì, aveva una proboscide che le pendeva sotto gli occhi, ma ora… ora, dottor Palà, ha un disegno delicatissimo da ammirare. Si è fatta operare.
PALA’
Con quella faccia da foca? Presuntuosa! Sarà ridicolissima!
BELLI
Affatto, è tutta in proporzione al nasino. Vede la signorina Castiglioni ha fatto una cura dimagrante e da quell’ippopotamo che era, ne è uscita una gazzella. Era solo una questione di grasso e di naso.
PALA’
Non ci credo… Non è possibile…
BELLI
La chiami e rimarrà sbalordito come tutti noi.
PALA’
Io sono molto delicato con le donne; non ammetto difetti.
BELLI
Non gliel’avrei elogiata tanto se non sapessi bene quello che dico.
PALA’
(esita per qualche istante, poi apre l’interfonico) Mariangela.
MARIANGELA
(dall’interfonico) Sì?
PALA’
Avrei bisogno di parlare un momentino con la signorina Castiglioni.
MARIANGELA
(secca) E’ qui.
PALA’
Falla passare. (chiude l’interfonico. Entra la Castiglioni).
CASTIGLIONI
(con voce dolce e suadente) Buongiorno, dottor Palà, sono tornata.
(Avvicinandosi) Avrei voluto venirla a salutare subito ieri, ma Mariangela
continuava a dirmi che lei era occupato… (Palà la esamina incredulo)
Dottor Belli… (Belli le sorride compiaciuto) Ha visto, dottor Palà, come sono
dimagrita? (Si gira su sé stessa) Quattro mesi in clinica e ho risolto tutti i miei problemi… Ci avrebbe mai creduto?…
PALA’
Beh, non era poi così necessario…
CASTIGLIONI
Oh, sì, è che lei non mi vedeva nemmeno.
PALA’
Adesso sarà difficile non ammirarla…
CASTIGLIONI
Oh, via, dottor Palà, mi mette in imbarazzo… Piuttosto il signor Belli mi ha
parlato della festa che faremo per i cinquant’anni della ditta e, dato che
suoneranno dei colleghi, mi sono proposta come cantante. Ho sempre avuto il
pallino della musica…
PALA’
Si ama sempre ciò di cui si è più degni…
CASTIGLIONI
Lei mi vuole proprio adulare, dottor Palà…
PALA’
Per carità, non mi ritengo all’altezza di un simile compito. Posso al massimo
balbettare qualche complimento…
CASTIGLIONI
Forse io sono una ragazza troppo ingenua e mi emoziono facilmente: non ho esperienza di certe cose… Ma lei mi voleva parlare, dottor Palà?
PALA’
Oh, niente di particolare. Desideravo darle il benvenuto
fra noi dopo tanto tempo. Abbiamo sentito molto la sua mancanza.
CASTIGLIONI
Grazie… Che bell’ufficio questo… Si sta bene qui… Beh, tolgo il disturbo…
Arrivederla, dottor Palà. (Uscendo) Dottor Belli…
BELLI
Signorina…
PALA’
(mentre la Castiglioni esce) Arrivederci…
BELLI
(appena la Castiglioni è uscita) Allora, dottor Palà?
PALA’
Sono allibito. Era uno scarafaggio e si è trasformata in una libellula.
BELLI
E vuole essere acchiappata da lei…
PALA’
Non dovrà pregarmi molto. Ma il problema è Mariangela. Non l’ha fatta entrare ieri… E’ gelosa…
BELLI
La restituisca al dottor Anchisi: sarà felice di riprendersela.
PALA’
Già, ma Mariangela lo detesta. E poi si è fatta delle illusioni su di me.
Comunque, a prescindere da altre donne io non la sopporto più. Mi soffoca!
Devo liberarmene. E’ pestifera! Bene, Belli, mettiti subito alla ricerca
della sconosciuta. Lei mi ha colpito spiritualmente… E’ l’amore… Trovala,
trovala, Belli…
BELLI
Lo spero…
PALA’
Vai e impegnati come se fosse una cosa tua. Ciao
BELLI
Arrivederci. (esce)
PALA’
La Castiglioni, chi l’avrebbe mai detto?… (Contraffacendo la voce della
Castiglioni) Lei mi vuole adulare… (con voce normale, chiudendo gli occhi)
Sarà un’amante famelica: vorrà rifarsi di tutto il tempo perduto… La voglio!
(Suono dell’interfonico) Sì?
MARIANGELA
(dall’interfonico) Sei solo soletto, amore, ti raggiungo?
PALA’
Lasciami lavorare! (Chiude) Solo Anchisi mi può liberare da questa piaga!
(Suono dell’interfonico) Allora?…
MARIANGELA
(come sopra) Ti amo, ti amo, ti amo. ti amo…
PALA’
Chiamami Anchisi!
MARIANGELA
(come sopra) Eh?
PALA’
Gli devo parlare.
MARIANGELA
(come sopra. Con tono da coccolona) Non voglio sentire la sua voce, caro…
PALA’
Chiamalo!
MARIANGELA
(come sopra) Non farmelo passare davanti, ciccio…
PALA’
Fai come ti ho detto, chiaro?
MARIANGELA
Quando ti arrabbi, tesoruccio, ti desidero ancora di più.
PALA’
Esegui gli ordini! (Chiude l’interfonico) Maledetto il giorno in cui mi è saltato
in mente di portarti a letto! (Appare dietro la vetrata la Castiglioni che, con
invitante ingenuità
gli mostra la sua linea) Non sarai così possessiva anche tu, spero?
(La Castiglioni si allontana ancheggiando) Bambina, bambina… Ti farò fare
un’esperienza… (Interfonico) Sì?
MARIANGELA
(dall’interfonico) Amore, amore, amore, amore, amore…
PALA’
Stiamo lavorando, Mariangela! (Chiude, ma l’interfonico risuona) Fallo passare.
MARIANGELA
(come sopra) Amore, amore. amore, amore, amore…
PALA’
Mariangela, finiscila!
MARIANGELA
Amore, amore, amore, io ti amo, io ti desidero, io…
ANCHISI
(dall’interfonico, in secondo piano) Ciao.
MARIANGELA
(come sopra. Con tono freddo) Il dottor Palà ti sta aspettando. Dottor Palà, il dottor Anchisi.
PALA’
Bene.
ANCHISI
(entrando) Permesso…
PALA’
Venga, dottor Anchisi…
ANCHISI
(entra e chiude la porta, poi, avvicinandosi) Buon giorno.
PALA’
Buongiorno, buongiorno… Si accomodi… (Anchisi si siede)
Allora, dottor Anchisi, cosa mi racconta?
ANCHISI
Non so, devo raccontarle qualcosa?
PALA’
Beh… Il lavoro, ad esempio, come va?
ANCHISI
Il mio, bene e il suo?
PALA’
(sorridendo) Questa domanda, fatta da lei che ha quasi tutte le redini della
ditta, mi sa di ironia. Lei lo sa bene che io sono qui a riscaldare la sedia.
ANCHISI
Oh, lei sa dare anche altri calori… Che cosa doveva dirmi?
PALA’
Già… Vuole fumare, dottor Anchisi? (Apre il cofanetto delle sigarette).
ANCHISI
No. Avrei piuttosto fretta.
PALA’
Certo, certo. La sua serietà nel lavoro è un esempio per tutti qui.
ANCHISI
Con un direttore come lei è indispensabile essere seri.
PALA’
Lei non mi stima assolutamente, vero, dottor Anchisi? Mi ritiene indegno di chi mi ha preceduto su questa poltrona?
ANCHISI
(scrollando le spalle) Non c’era quella poltrona prima di lei, né questo ufficio… è tutto nuovo… Allora mi dica.
PALA’
E’ tutto nuovo… E’ tutto nuovo perché prima era brutto. Ho voluto costruire un ufficio degno dell’importanza della nostra Società. Lei mi disprezza perché non ho la sua competenza, ma io non ho fatto il suo tirocinio: mi deve dare il tempo di imparare.
ANCHISI
Dottor Palà, ho fretta.
PALA’
Glielo dico io se ha fretta! Poco fa non ne aveva per parlare con il barbone.
L’ho vista, da questo apparecchio. (Tocca il monitor) Ho fatto installare una
telecamera all’entrata.
ANCHISI
Cosa?
PALA’
Dovevo pur sapere perché quell’individuo avesse messo radici laggiù,
nonostante tutti i miei provvedimenti.
ANCHISI
Si tratta soltanto di un vecchio svanito…
PALA’
E’ un demonio! Mi fa gli sberleffi quando passo! Lei ha letto la mia circolare riguardo a quell’accattone?
ANCHISI
Certo.
PALA’
E nonostante questo gli ha aperto il portafogli?
ANCHISI
Pochi spiccioli…
PALA’
Pochi spiccioli per tutti i giorni rappresentano una rendita per lui! Ah, io sono addolorato; nella mia circolare domandavo soltanto un favore ai miei
dipendenti e mi si è negato. Ben trenta suoi colleghi ho contato che gli
elargivano danaro. Ora, lei può avere dei rancori nei miei confronti, lo capisco, ma gli altri hanno agito per puro dispetto. Comunque non avranno ottenuto nulla: perché io ora intendo far sloggiare quel mendicante dalla forza pubblica.
ANCHISI
Io non la capisco… E’ un vecchietto fuori dal mondo che non sa cosa dice, né cosa fa.
PALA’
Con me ragiona benissimo! Io non sono così insensibile come pensa, dottor
Anchisi: avrei chiuso un occhio, ma è un continua provocazione, non posso
sopportarlo!
ANCHISI
Non gli dia importanza e si calmerà.
PALA’
Ah, io dovrei sottomettermi? Non solo devo tollerare la sua figura indecorosa davanti alla mia ditta, ma devo anche farmi sfottere?
ANCHISI
Il fatto è che se anche lei riuscisse a mandarlo via per un giorno, lui
ritornerebbe: si è fissato che stando seduto sui gradini dell’entrata gli crescono i denti.
PALA’
Cosa?
ANCHISI
Ne è convintissimo, anzi, prima mi diceva che il processo della crescita è già
incominciato: gli fanno male le gengive. Ha quasi ottant’anni, capisce?
PALA’
Scherzava… Forse ha preso di mira anche lei e la vuole prendere in giro.
ANCHISI
Non credo proprio, ma se anche fosse non me ne farei un complesso.
PALA’
Io non me ne faccio un complesso, soltanto non intendo subire la sua
persecuzione!
ANCHISI
(alzandosi) Quell’uomo non è a posto di cervello. Mi ha parlato di altre assurde fantasie; lo lasci al suo destino. Bene se permette, ora vado.
PALA’
No, no, dottor Anchisi, io non l’ho chiamata per parlare del barbone, ma di
qualcosa di molto più delicato e personale. Si segga. (Anchisi si siede)
Sono imbarazzato. Io so che lei è un cuore nobile e un animo sensibile.
Le ho fatto del male e ora vivo di rimorsi. Capisce cosa voglio dirle?
ANCHISI
Certo. La verità lei ce l’ha scritta negli occhi.
PALA’
Spero che si noti la mia sincerità. Sono ridotto ad uno straccio…
ANCHISI
Beh, uno straccio vanta sempre della stoffa…
PALA’
Le voglio rendere quello che le ho rubato, dottor Anchisi…
ANCHISI
Non posso accettare: sembrerebbe che la considerassi un ladro pentito e io non voglio pensarla così. Si tenga tutto come un mio dono.
PALA’
Forse non ci siamo capiti: io sto parlando di Mariangela.
ANCHISI
Mariangela non apparteneva a me, ma a sé stessa, alla sua dignità, alla sua
onestà, al suo onore; è a queste belle qualità semmai che lei deve renderla.
PALA’
Credevo che lei l’amasse, dottor Anchisi…
ANCHISI
Non ho detto il contrario.
PALA’
Allora, non riesce a perdonarle una piccola sbandata?
ANCHISI
Non l’ho mai condannata. (Appare dietro la vetrata un gruppo di grassone gaie che scrutano l’ufficio) Forse è lei che non riesce a perdonarle qualcosa.
PALA’
(Palà che è rimasto inorridito a guardare le grassone) Come?
ANCHISI
Non si sente bene?
PALA’
Mi scusi, mi scusi… (Cercando di controllarsi, mentre le grassone incominciano a giocherellare fra loro) Mariangela l’ama, dottor Anchisi, mi creda…
ANCHISI
E’ ricambiata nella stessa misura da me. Ma lei cosa prova
per Mariangela?
PALA’
(mentre dietro la vetrata appare la Castiglioni) Io?… L’adoro…
ANCHISI
(mentre Palà osserva incredulo la Castiglioni che cerca di aprire la vetrata, fra la gioia delle grassone) Bene, come non posso pensare che lei sia un ladro, così non posso pensarlo di me: gliela lascio (alzandosi) Ora ci siamo detti tutto,
dottor Palà. Vado.
PALA’
(osservando sempre la Castiglioni che con enormi sforzi riesce ad aprirsi un varco ed entra) La prego dottor Anchisi… (Alla Castiglioni che gli si è avvicinata e gli dà un bacio) Santi numi…
ANCHISI
Ma, che cos’ha, dottor Palà?
PALA’
Niente, niente…
CASTIGLIONI
(andando vicino ad Anchisi) Dottor Anchisi, buondì.
ANCHISI
(a Palà) E’ pallido…
PALA’
Ma lei non nota niente?
ANCHISI
Sì, lei che è diventato strano.
PALA’
No, no, è una sua impressione.
CASTIGLIONI
Guardi, dottor Anchisi, come sono bella. (Anchisi guarda preoccupato Palà) Dottor Anchisi, sono qui… Ah, lui ama Mariangela.
ANCHISI
(mentre la Castiglioni va a sedersi sulle ginocchia di Palà)
Ha bisogno di qualcosa, dottor Palà?
CASTIGLIONI
Sì, liberalo da Mariangela, perché io devo prendere il suo posto.
PALA’
Non le dia retta… Cioè, va tutto bene, dottor Anchisi. Ma
mediti su quanto le ho detto: Mariangela vuole ritornare a lei. Non lo dice
apertamente, nega anche, ma io so che è così.
ANCHISI
Posso andare?
PALA’
Vada, caro dottor Anchisi, ma ci pensi.
ANCHISI
Buongiorno. (Esce).
PALA’
(mentre la Castiglioni gli dà dei bacetti e le grassone, che fino ad ora hanno
continuato a giocherellare, entrano nell’ufficio allegre, curiosando qua e là)
E’ un osso duro… Mi dovrò lavorare Mariangela, convincerla che il suo vero
amore è lui, non io. Potremo sempre avere degli incontri segreti… (la
Castiglioni gli dà un piccolo schiaffo come offesa) Qualcosa devo pur
concedere alla tua rivale se vuoi prendere il suo posto.

Musica. Le grassone danzano felici

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Poi la Castiglioni canta

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CASTIGLIONI Ci pensi caro
noi soli,
abbandonati così.
E’ l’attimo
che ho sospirato,
la febbre
che ho invocato.
Da quell’attesa
sono rinata
io per te.
Nei tuoi occhi
sarò quel che vuoi,
crescerò,
morirò.

Raccogli questo amore
per te l’ho coltivato,
è un seme di speranza
cresciuto nel mio cuore.

Mi devi tanti sogni,
la tua indifferenza,
mi devi tante notti
vissute senza te.

Raccogli questo fiore
per te l’ho coltivato.
Mi devi tante notti
vissute senza te.

L’amore è un fuoco che mi brucia
come in cielo brucia il sol

l’amore è un fuoco che mi brucerà.

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Guardami dentro: vedrai un mondo!