Commedie / L’Uomo Muffa / Atto IV
QUARTO ATTO
Lo studio di Palà.
(Palà è seduto alla scrivania, nervosamente corrucciato)
E’ il colmo!… In fin dei conti riscuote uno stipendio, non può comportarsi così! (Apre l’interfonico) Mariangela, per l’ultima volta, chiamami Belli!
(dall’interfonico, secca) No!
Mariangela, ti prego, ragiona… non puoi mischiare i nostri affari privati con il lavoro… sono due cose ben distinte… dovresti saperlo…
(come sopra) Fino a qualche giorno fa non la pensavi così…
Mi sono sacrificato per la tua felicità. Nessuno può darti tanto, quanto Anchisi. L’amore di quell’uomo per te non ha limiti. La tua vita con lui sarà meravigliosa.
(come sopra) Spudorato! Mi offendi persino con le tue scuse meschine! Tu mi hai piantato per la cicciona, dottor Palà!
Adesso basta, Mariangela! Tu sei sempre una dipendente qui!
(come sopra) Sei in debito verso di me, quindi faccio i comodacci miei!
(come sopra) Credi di esserti divertito gratis, con me? Quando si porta una
donna a letto, solo per quella intenzione, bisogna pagare un prezzo, mio caro… E questo sarà molto salato per te! Non dimenticarti che mi hai umiliata di
fronte alla ditta: sono diventata lo zimbello di tutti, qui dentro! Non la passerai
liscia! E adesso, non mi seccare più! Se vuoi Belli, chiamatelo da solo!
(chiudendo l’interfonico furioso) Maledettissima!… Prepotentissima!…
Disgraziatissima!… Ci siamo divertiti in due, schifosa! Anch’io, allora, potrei
pretendere un risarcimento… Chiederò consiglio al mio avvocato… Vedremo,
vedremo… Io mi sono preso quello che mi ha dato… Ora fa la preziosa, ma
prima non mi ha lesinato nulla! (Annusando l’aria) Che cos’è questo profumo, qui dentro? (Alzandosi e andando verso la vetrata) Mi ha circuito lei…
Spudorata! Mangiauomini! (Apre la vetrata, ma richiude subito) Viene da fuori,
che diavolo sarà?… (Guarda giù attraverso i vetri) Eccolo là, diritto come una statua… Ora che è stato scoperto, non assume più la sua posa strappacuore… (appare Soletta) Eh, no, cara, finché non avrò chiarito in che rapporti sei con quell’impostore, non voglio vederti. (Soletta fa un sorriso supplichevole) No, no, forse sei la sua amante… Non potrei mai prendermi gli avanzi di un
pezzente… D’altra parte, non è possibile che tu sia capitata per caso laggiù,
l’altra sera: sei venuta a trovarlo. (Soletta attraversa la vetrata, indietreggiando) Forse lo ami… ( Soletta s’avvicina dolcemente) Lo ami? Se l’ami non saresti l’angelo che io ritengo… (Soletta gli prende una mano) Rispondimi, l’ami?
(attirandola a sé) Oh, scompiglio della mia vita… Totalità dei miei desideri… Padrona assoluta dei miei pensieri… Baciami. (Si baciano) Dimmi che mi ami.
(Suono dell’interfonico) Attenzione, attenzione, messaggio per il traditore:
prostituta in arrivo, pregasi riceverla come merita…
(entrando velocemente e chiudendo la porta) Ma è pazza! Non ha nessun
ritegno! Ci è mancato poco che mi aggredisse!…
Se non sbaglio ti avevo pregato di non venire qui nelle ore di lavoro.
Devo parlarti di una cosa importantissima.
(lasciando Soletta che se ne va per l’ufficio) Ah, ma cosa ho fatto io per
meritarmi queste torture! Avanti, strabiliami, ma sii breve!
Se sei così nervoso, posso anche non parlare.
Sei capace di farmi questa cortesia?
Certo, ho un po’ di orgoglio anch’io, sai?
Conosco bene le tue qualità…me le hai mostrate tutte…
(andandogli vicino) Oh, caro, ma che ti prende?… Io ti sono venuta a trovare con il diritto di quanto mi hai detto stanotte, non ricordi?
I diritti che acquisisci di notte non ti esonerano dai lavori del giorno. Qui si
lavora, per tutti i diavoli!
Ma certo, caro, non t’arrabbiare… Ti dovevo dire una cosa urgente.
Avanti, parla. Ma svelta. Ho da fare.
La tua segretaria ha passato la notte con un uomo…
Mariangela? Ne sei sicura?
Sicurissima. Se l’è spassata con il ragazzo di Cinzia. Me lo ha detto lei stessa stamattina, piangendo, poverina.
Questa è una buona notizia… Ora ho anch’io un’arma per difendermi.
Ho fatto bene a venirti a trovare?
Brava. Ma il tempo è oro: su, torna al tuo posto.
(le sfiora la guancia, poi con una spinta) Al lavoro, va…
Non farmi passare da sola davanti a quella strega, accompagnami tu, tesoro.
Oh, ma quante storie! Vuoi proprio farmi arrabbiare?!
Vado, amore, vado. (esce).
Vieni, delizia mia. La donna dovrebbe essere dolce come te. Vieni, sediamoci sul divano…
No, andiamo fuori… (Va verso la vetrata).
No, io non posso, cara. (Soletta attraversa la vetrata).
(avvicinandosi alla vetrata) Non è possibile, precipiterei nel vuoto.
Non avere paura, ti aggrapperai a me.
Ma che dici? Tu sei pura immaginazione.
Allora ti aggrapperai a te stesso.
Ritorna dentro, voglio sentirmi dire ancora che mi ami.
Non si può vivere due volte la stessa realtà. (Sullo sfondo appare Erio curvo
su sé stesso) Oh, il mio bel vecchietto… (Gli corre incontro) Quanta tenerezza
mi fa.
(mentre Soletta lo sorregge fino alla vetrata) Non è leggera la mia croce,
Soletta.
Che impostore! Ma vedrai, angioletto mio, con un po’ di soldi ce ne liberiamo. Non toccare quell’individuo orrendo…
Orrendo un uomo che ha tutta un’esistenza sulle spalle? Ma è la meraviglia
delle meraviglie!
Grazie, Soletta. Ma lui non sa quale maschera ha sul volto. Dimmi qualcosa di carino.
Sono io la tua illusione o tu la mia? Fila! Sparisci… Non ti muovi… sono io… Addio, cara.
(allontanandosi) Non ti preoccupare, lui ci ha uniti più della realtà. (Sparisce sul fondo)
Vieni dentro, fammi assaporare l’illusione di stringere il tuo corpo. (Suono dell’interfonico)
(dall’interfonico) Ascolta, carogna! Dimmi solo una cosa: mi hai sempre
ingannata? Ti sei solo divertito con me?
(che è andato all’interfonico) Hai passato la notte con un uomo, non ti do più il diritto di tormentarmi!
L’ho fatto per non commettere una sciocchezza più grave, imbecille! Ma
attento, forse te lo darò questo rimorso!
Me ne infischio! E’ finita! (Chiude l’interfonico e ritorna alla vetrata. E’ da
questi fastidi che tu mi dovrai salvare. Ma se non riuscissi ad averti?
Non voglio pensarci… impazzirei… (Musica. Si guardano, poi Soletta canta)
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Dai tuoi vetri guardo il mondo
e rivedo te.
Cos’è stato il nostro incontro,
solo un attimo?
Non ti basta il mio ricordo?
Se per me devi impazzire tu vuoi viver così
l’ansia, tutta l’ansia
del mio amore.
Io t’inseguo, io ti sfuggo
ma son dentro te.
Sei tu solo il tiranno
del tuo stesso amore.
La mia amara, dolce follia
forse è vita? E’ speranza?
O vuol darti forse la misura
della tua infelicità?
Fugge l’ora, ma il tempo resterà
fermo intorno a noi.
Poi l’ora tornerà.
Tu non puoi capir quale spazio ho
E’ un cerchio ad effetti
che va fino al cuore.
Forse sei la follia di un amore
che distrugge la sua angoscia
nel mio sguardo.
Dove inizia il tormento?
Quale abisso ci separa?
E’ il confine di ogni tua speranza
e di ogni tua felicità?
(La musica continua)
(estasiato) Vieni, vieni, creatura di sogno, vieni fra le mie braccia…
Raggiungimi tu e voliamo…
Vorrei essere davvero un’illusione per fuggire con te nella mia fantasia…
(canta)
Io t’inseguo, io ti sfuggo
ma son dentro te.
Sei tu solo il tiranno
del tuo stesso amore.
La mia amara, dolce follia
forse è vita? E’ speranza?
O vuol darti tutta la misura
della tua infelicità.
Fugge l’ora , ma il tempo resterà
fermo intorno a noi.
Poi l’ora tornerà.
Tu non puoi capire quale spazio ho
E’ un cerchio ad effetti
che va fino al cuore.
Forse sei la follia di un amore
che distrugge la su angoscia
nel mio sguardo.
Dove inizia il tuo tormento?
Quale abisso ci separa?
E’ il confine di ogni tua speranza
e di ogni tua felicità?
(La musica tace)
Sì, non voglio niente di più, di te. Ti voglio, anche se sei la mia pazzia…
(bussando ed entrando) Permesso?
Vieni, vieni Belli. (Va alla scrivania, mentre Soletta scompare sul fondo)
Ho deciso di parlare con il barbone.
Ma gliel’ho detto, dottor Palà: si tenevano per mano, come due innamorati.
Che importa, quello che posso dare io alla ragazza, non potrà mai offrirglielo quel miserabile. E’ un uomo che è sempre vissuto di espedienti, si lascerà
comprare facilmente. Portamelo di sopra, ma non accennare alla ragazza,
digli che voglio appianare la nostra disputa.
D’accordo. Ma, se permette un attimo, le vorrei parlare di un piccolo problema che mi sta dando dei grattacapi, da qualche ora.
E’ questione di un secondo. Si tratta di questo profumo che è nell’aria…
(interrompendolo) E allora?…
Sta disturbando alquanto il personale…
E io che ci posso fare? Viene da fuori.
Lo so. Ma soprattutto le impiegate si stanno agitando.
Diavolo, spendono milioni in profumi, una volta che ce l’hanno gratis
protestano? Vai, vai, Belli, pensiamo alle cose serie.
D’accordo… (Esce. Annusando l’aria) E’ intenso, ma gradevole. (Dal fondo
appaiono, mano nella mano, Erio e Soletta, lui diritto su sé stesso, lei felice.
Vengono verso la vetrata sorridendosi, la attraversano e vanno a guardare
un quadro).
Mi piace la profondità di una roccia: è il significato del silenzio.
Sì, è il mio grido. (Passano ad un altro quadro. Palà li raggiunge e contempla
Soletta)
Cosa ne dici della bellezza di uno sguardo infiammato da uno sguardo?
Bestia, fuori dal mio ufficio! Questa donna appartiene a me!
Ci sono cose molto interessanti nella vita e solo io posso fartele conoscere.
Ti vestirò d’oro per ripagarti del gioiello che sei. (Ad Erio) Sparisci, ti ho detto!
Da che parte? Di là, di qua, diritto, a sinistra, a destra…
Tu sei prigioniera di questo losco individuo, lo so. Hai lo sguardo troppo
ingenuo per condividere la sua vita truffaldina. Egli ti avrà preso con l’inganno
e ora ti tiene con la forza. Vieni con me.
Vieni con me. (Soletta segue Erio vicino alla vetrata) Dimmi che mi ami.
Non sappiamo farlo, insegnacelo.
Sparisci prima tu e noi ti imiteremo.
Ho perduto completamente il lume della ragione per quella donna…
Devo averla, non c’è via di mezzo.
(andando verso Erio e Soletta, gesticolando) Via, Via, via!
(a Palà) Dimmi che mi ami.
Allora dimmelo con un bacio.
Levati dai miei occhi, demonio!
Demonio, dimmi che mi ami.
Non farmi il verso, buffone!
Allora dimmelo con un bacio, buffone!
Finiscila! Non ti sopporto!
(a Soletta) Ti prego, fallo smettere!…
(a Soletta) Mandalo via, ti supplico…
(a Erio) Mandalo via, ti supplico…
(mettendosi le mani nei capelli) No, no, no!… (Suono dall’interfonico. Erio
e Soletta si prendono per mano e si allontanano oltre la vetrata, felici)
Senti un po’, superuomo: chi ti ha detto della mia scappatella di stanotte? (Palà va lentamente verso la scrivania) Hai sentito?… Allora, rispondi?…
(sconfortato) Lasciami in pace, Mariangela, lasciami in pace…
La pace è finita, come lo è per me. Mi hai messo i piedi sul cuore e me lo hai
schiacciato. Il dolore è così grande, così insopportabile che vuole la vendetta,
e vendetta sarà! Ti renderò la vita impossibile!
(come sopra) Se avessi un po’ di decoro non dovresti nemmeno più fiatare
con me.
Ti piacerebbe cavartela cosi, eh? Io non perdono!
(sedendosi) Mai più amanti nel mio letto. (Pausa)
(bussando ed entrando) E’ qui, dottor Palà.
(assumendo un atteggiamento ufficiale) Bene, fallo passare.
(entra Erio) Prego, prego. (Erio viene avanti, osservando stupefatto l’ufficio.) Prego, s’accomodi.
(dando dei colpetti sulla sedia) Scusami sedia: provvederanno a disinfettarti.
(Si siede)
La ringrazio per aver accettato il mio invito.
Almeno una volta nella vita, bisogna entrare in un ufficio come questo.
(aprendo il cofanetto delle sigarette) Vuol fumare?
(prendendo la sigaretta) Perché no… In fondo una sigaretta non m’illuminerà più di quanto farà fumo.
Accendendogli premurosamente la sigaretta) Allora, come va la vita?
(soffiandogli il fumo in faccia) Si respira…
(scacciando il fumo con la mano) Il suo è un respiro che le fa molto onore, alla sua età; la trovo piuttosto in forma e pieno di spirito, quasi non avesse affatto gli anni che dimostra.
E’ proprio così: io sono un giovane con le rughe.
Già… Rughe professionali… Oh, ma non tema, sono un uomo d’affari, uso anch’io i miei trucchi… (A Belli) Puoi andare, adesso, Belli, puoi andare. (Belli esce) Dunque, immagino che sarà alquanto sorpreso di questa mia iniziativa: il mio atteggiamento nei suoi confronti non lo lasciava certo presagire.
Ma ci sono giorni in cui, d’improvviso, la mente di un uomo s’illumina e vede
chiaramente i suoi torti.
Io, con il mio comportamento egoistico le ho arrecato un danno finanziario e morale e intendo risarcirglielo. Voglio mettermi la coscienza a posto.
E poi, lei avrà una famiglia, una…donna.. Anzi, ecco i casi della vita, io la
conosco persino. Sì, l’ho incontrata un giorno…
(bussando ed entrando) Dottor Palà, dovrebbe venire un attimo con me.
(cercando di trattenere il proprio disappunto) Non vedi che sono occupato, Belli?!
Sì, lo so, ma c’è una persona che lei deve assolutamente vedere. (Agita un dito verso Erio che gli volta le spalle)
(continuando ad agitare il dito verso Erio) Deve venire… Si tratta di quella
persona che abbiamo cercato inutilmente presso gli psicologie,
gli psicanalisti…
(afferrando la situazione) Gli psicologi… gli psica… Vuoi dire?…
Sì, l’interessata è qui. Incredibile, ma è così…
(ad Erio, alzandosi) Voglia scusarmi un attimo… Stia comodo, stia comodo…
(Esce.) Belli si porta una mano sulla fronte come accusando un certo malessere, poi esce.
(Musica lieve e misteriosa)
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(L’atmosfera cambia completamente)
Dopo una lunghissima pausa, durante la quale Erio è rimasto sempre a fissare un punto come in preda a strani presentimenti, entrano Mariangela e la Castiglioni con espressioni rilassate e amichevoli. (Erio continua a seguire i suoi pensieri)
Scusami, Mariangela, davvero sono mortificata…
Figurati… Non ti preoccupare. (Andando vicino al divano)
Questo divano conosce i miei sospiri… (Si sdraia sul divano e finge di stringere
appassionatamente un uomo) Stringimi, stringimi, stringimi…
Amami, amami, amami!… (Ride) Ah,ah, ah,ah… Che sciocca… (Si alza)
Ci siamo odiate per un uomo…
Davvero, sembra così ridicolo… (Vanno verso la vetrata)
E’ stata proprio una soluzione, questa!
Ah, non me lo dire: mi ha liberato da un peso. (Attraversano la vetrata
e spariscono sul fondo).
(Musica)
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Ad un tratto, (commentata da un crescendo musicale), una luce s’ingrandisce vorticosamente fino a diventare un grande cerchio incandescente, dal quale appare l’Indefinibile).
(La musica tace)
(venendo verso la vetrata e attraversandola) Erio… Erio…
(scuotendosi) Oh, che sorpresa!… Sei il dentista o l’altro?
Se fossi uno dei due non sarei me stesso. (Annusando l’aria) Senti il profumo della pazzia? Crede di poter giocare con la natura, ma l’esperienza non si
compra al mercato. Mettiti dietro a me altrimenti non passi attraverso i vetri.
(Oltrepassano la vetrata. L’indefinibile scompare nel cerchio di luce. Erio si ferma esitante.
L’Indefinibile riappare) Seguimi… Per avere te stesso, devi dare te stesso! (Erio scompare nella luce.)
(Musica lieve e misteriosa)
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Entrano Belli e Cinzia con beata serenità.
(dirigendosi verso la vetrata) Vedi, cara Cinzia, la mia natura è portata
all’ordine, ma disgraziatamente ho sempre incontrato persone che amavano
il disordine.
Io non so ancora come sono. (Attraversano la vetrata e spariscono sul fondo.
Entra Palà, con espressione molto distesa, tenendo la porta aperta ad un
gruppo di persone).
Prego, prego, signori… (Entrano tutti) Il tempo è nostro: perderlo vuol dire
ritrovarlo… (Dirigendosi verso la vetrata) Seguitemi…
(Attraversano la vetrata e spariscono sul fondo. Entrano Anchisi e Soletta, lui è in preda ad un dolce malore. La musica tace).
Non l’accetto. Non l’accetto… E’ assurdo… (Si siede sul divano) Ed è così
piacevole… ineffabile… estasiante… (S’appoggia alla spalliera, rimanendo
immobile con un’espressione di soave serenità).
Poverino, non ha potuto nemmeno fuggire. (Si siede sul divano, distante da
Anchisi, con fare annoiato.
(Musica lieve e misteriosa)
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(si alza come pervaso da un dolce benessere. Ignora Soletta che fa altrettanto). (fra sé) Certo, certo… Una foglia non può invidiare gli uccelli che volano liberamente nel cielo: la sua vita è legata al ramo e se si stacca e si lascia trasportare dal vento è la sua fine. (Attraversa la vetrata e sparisce nel fondo. Dal cerchio di luce appaiono l’Indefinibile ed Erio, che si è trasformato in un bel giovane).
Stammi dietro, altrimenti non passi. (Erio si accoda. Entrano nell’ufficio)
Ricordati: l’avvenire è un forestiero che devi incontrare. Addio Erio.
Addio. (L’Indefinibile oltrepassa la vetrata e scompare nel cerchio di luce.)
Egli rimane a guardarlo, mentre Soletta insegue distrattamente i suoi pensieri.
Il cerchio di luce si rimpicciolisce lentamente e scompare.
Clicca su play per ascoltare il brano 10 mentre leggi
(La musica commenta il fenomeno, poi tace)
Dunque, se Soletta mi cerca con l’ombra alle spalle, io devo fare al contrario, così ci incontreremo… (Avviandosi verso la porta) Soletta, Soletta dove sei?…
(scuotendosi) Sono qui. (Si alza e vedendo Erio rimane stupefatta
dalla meraviglia) Tu?
Io. (Si avvicinano rapiti)
(Fissandolo negli occhi) In questi occhi io sono penetrata per fare lunghi viaggi incantati…
Non credevo di trovarti così presto. Come mai sei qui?
Ero venuta a cercare un vecchietto e sono entrata in questo palazzo.
(Si baciano. Sul fondo appaiono tutti i personaggi che, cantando e salutando con la mano, si portano fino alla vetrata.
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(prima volta)
CORO Come nasce una speranza
e accende la mia vita
così nasce questo amore
e solo tu lo puoi spiegare.
Il sublime di un sospiro
quando un giorno ti ho incontrata
era chiuso nel pensiero
che tu mi amassi come me.
CORO, ERIO, SOLETTA Io per te svuoterò il vuoto
e ci troverò la vita.
Ma sei vera, ma sei vera
o un miraggio del mio amore?
Non svelarmi questo intreccio
di speranze e di paura
Perché il giorno abbia un senso per me
il tuo volo seguirò.
CORO (seconda volta)
Come nasce una speranza
e accende la mia vita
così nasce questo amore
e solo tu lo puoi spiegare.
Il sublime di un sospiro
quando un giorno ti ho incontrata
era chiuso nel pensiero
che tu mi amassi come me.
FINE
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